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PROSECCO ROSÉ: ORA SI FA SUL SERIO
Magari ti sarà capitato di chiedere al wine bar o ti sarà stato proposto di assaggiare il “prosecco rosé”. E tu magari non eri pienamente soddisfatto di quel vino. C’era qualcosa che non andava. O magari quelle etichette di vino “prosecco rosé” viste in qualche ristorante o qualche supermercato estero non ti hanno mai convinto del tutto.
Hai sempre fatto bene a dubitare perché il prosecco rosé non è mai esistito. Fino ad ora. Si perché finalmente è stata approvata la proposta di poter produrre il prosecco anche in versione rosé.
Tante sono state le fake news sul prosecco rosé, tanti sono stati i farabutti che hanno voluto utilizzare il famoso nome Prosecco per vendere un vino che con il famoso spumante italiano non c’entra assolutamente niente.
“Ma quindi il Prosecco cos’è? “
Il Prosecco DOC è un vino che si può produrre solo in alcune delle province del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia con determinate uve, seguendo un determinato disciplinare.
“Quindi lo spumante si può produrre ovunque, ma il nome Prosecco è solo per i vini ottenuti in quella specifica zona seguendo uno specifico disciplinare.”
Volendo fare un’analogia, il prosciutto di San Daniele è un prosciutto che viene prodotto in una zona del Friuli. Non per questo ogni prosciutto lo chiamiamo San Daniele, anche se il prosciutto è prodotto anche in altre zone d’Italia.
“E adesso che c’entrano i prosciutti col prosecco rosé?”
Il Prosecco Rosé è molto famoso e raro, soprattutto nel mercato americano, nonostante al giorno d’oggi non esista neanche una bottiglia. Come è possibile?
La tutela dei nomi italiani all’estero è molto difficile da attuare e gli accordi internazionali non sono facili da raggiungere. In Australia si può bere del prosecco, che con il Prosecco non ha nulla a che fare. Purtroppo è così! Il nome Prosecco attira clienti, e qualche furbo sfrutta questo nome.
Il mondo del vino è un mondo complesso. Il concetto è che molto spesso, ingiustamente, abbiamo l’abitudine a chiamare ogni vino spumante con il nome Prosecco. Anche quelli rosé. Quindi c’è chi ne ha approfittato, sfruttando il suo nome.
Di conseguenza, il consorzio che tutela e difende il Prosecco ha pensato bene di sfruttare questo trend positivo per fare una leggera modifica al disciplinare. Ovviamente la scelta è stata molto criticata, poiché un vino non dovrebbe seguire le mode passeggere ma rimanere identitario di un territorio.
Giusto, ma è altrettanto vero che il mondo del vino è in continua crescita ed evoluzione, e se sarà possibile sfruttare i due trend positivi, quello del Prosecco già affermato e quello del rosé in crescita, perché no? Considerando anche che in America qualche consumatore è convinto di aver già visto in commercio ed aver assaggiato il Prosecco Rosé.
“A tutti coloro i quali hanno contributo all’ottenimento di questo importante risultato va il nostro ringraziamento che, in considerazione del momento che stiamo vivendo, è particolarmente sentito”. (Stefano Zanette, Presidente Consorzio Tutela Prosecco Doc)
Dunque, il Prosecco Rosé è finalmente realtà!
In che modo diventerà rosé?
Grazie al nobile Pinot Nero! Il colore della sua buccia arriverà in soccorso al vino base per renderlo… più interessante!
Noi non vediamo l’ora di assaggiarlo… e tu??
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