“Ci son cascato di nuovo” canta Achille Lauro.
Pubblico un mio articolo su un gruppo Facebook in cui si parla dell’invecchiamento del vino rosé ed ecco spuntare il commento che mi fa capire ancora una volta, quanta strada abbiamo da fare per combattere i pregiudizi contro il vino rosé.
“Già il rosé non gode di gran successo, se non nel mondo femminile e in aree determinate. A mio giudizio fargli fare legno importante non gli garantisce certo di approdare a palati più sofisticati, mentre potrebbe non piacere più a chi ama la sua freschezza e stagionalità.”
Un bel commento che racchiude tutti, ma proprio tutti i pregiudizi sul vino rosé: vino femminile, vino che non è in grado di maturare e invecchiare, un vino stagionale.
E allora io ci voglio provare a ricordare che la curiosità e la passione sono importanti nella vita così come nelle degustazioni di vino.
Perché partire con il pregiudizio che un vino non ti piacerà?
In particolar modo sui vini rosé, spesso ci si approccia già con l’idea che quello che si sta per bere avrà qualcosa che non va, sarà frutto di un alchimia del mago enologo o peggio ancora sarà un vino di scarto. Il rosé è un vino con una sua identità. Un vino che va fatto per vocazione.
L’identità del vino rosé è quella di essere un vino conviviale, semplice, fresco. Non per questo un vino di seconda scelta o peggio ancora “femminile”.
Che poi definire il vino rosé come un vino femminile è un affermazione in grado di svilire sia la donna sia il vino.
E non è un vino facile. Chiedetelo agli enologi.
E se imparassimo ad essere più curiosi e volenterosi di imparare potremmo anche scoprire di essere in grado di apprezzare un vino rosé di qualche annata precedente o magari che il mito della stagionalità è infondato. Va bene bere il rosé in piscina, a mare, ad un party, mischiato a un cocktail e perché no anche con un cubetto di ghiaccio.
Vale altrettanto berlo di fronte al caminetto in inverno ad una temperatura di 14 C. Pronti per essere stupiti!
Godiamoci il vino! E vi lascio con una domanda/curiosità letta su un blog americano e riportata in un articolo di Internet Gourmet.
Immaginiamoci 4 uomini d’affari che si incontrano per una cena di lavoro. Sarebbero più propensi ad ordinare un vino bianco o un vino rosé?
Probabilmente una bottiglia di rosé.
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