Cosa rende piacevole bere un bel calice di vino rosé?
Una delle particolarità per cui il rosé è apprezzato è la sua ampia gamma di diversi colori. Infinite sfumature che vanno dal più tenue dei colori al più intenso cerasuolo da sembrare un rosso.
Il colore di un vino è solo un aspetto estetico o è un indicatore della qualità del vino?
Nelle analisi sensoriali il colore ha la sua importanza, va analizzato. Tuttavia il colore non rappresenta un indicatore di qualità del vino. Non può esserlo. Un vino rosa dal colore tenue non è più buono di uno dal colore più intenso solo per il colore.
Diversi parametri hanno un impatto sul colore del vino come la varietà utilizzata, le tecniche agronomiche, le tecniche di vinificazione, l’eventuale affinamento.
Una varietà di uva può avere una quantità di antociani superiore all’altra. Questo vuol dire che una varietà con una grande quantità di antociani, se vinificata coerentemente darà vini con un colore più intenso rispetto ad altri. Lo stesso accade per il metodo di vinificazione. Macerazioni più lunghe estrarranno più colore dalle uve. Rosé ottenuti da salasso avranno colori più intensi di rosé ottenuti per macerazione breve.
Allora a cosa è dovuta questa tendenza a produrre rosé dai colori più chiari, laddove storicamente le uve hanno sempre dato rosé dai colori più intensi?
Questo mito è dovuto al fatto che la Provenza è la regione più famosa al mondo per la produzione di vino rosé e i colori di questi vini sono molto tenui e pallidi. Questo per due semplici motivi:
- Per le varietà utilizzate, uve bianche e uve rosse insieme;
- Per il metodo di vinificazione che segue la pressatura diretta o la macerazione breve. Come risultato si avranno vini dai colori tenui.
La Provenza è sinonimo di qualità, i loro vini sono premiati e sono un punto di riferimento nel panorama vitivinicolo mondiale.
Per questo motivo, poiché i colori provenzali sono tenui e pallidi, i produttori di tutto il mondo tendono a copiare questi colori perché nella mente del consumatore rosé dal colore chiaro significa rosé buono.
Questo non è vero! Anzi a lungo termine può danneggiare i produttori e le denominazioni.
Il Cerasuolo d’Abruzzo è uno dei migliori vini rosa d’Italia e il colore ricorda quello delle ciliegie. Un colore che sembra quasi quello di un vino rosso.
Cosa succederebbe se si iniziasse a fare rosé chiaro in Abruzzo?
L’identità del vino verrebbe meno, si omologherebbe alla massa. Nel breve termine le vendite potranno aumentare perché si sfrutta il bug del consumatore inesperto che vede il rosé dal colore chiaro come l’unico rosé di qualità ma a lungo termine si danneggia la zona di produzione e il vino stesso.
Il consumatore sta cambiando, si informa, vuole scoprire e vuole conoscere le storie e i processi produttivi di un vino.
Cambiare colore ad un vino, renderlo più chiaro con l’aiuto di filtrazioni spinte e additivi enologici può cambiare anche il gusto del vino e quindi renderlo meno coerente.
Il colore di un rosé per quanto esteticamente molto attraente ci dice davvero poco sulla qualità del vino. Un rosé prodotto in Provenza sarà diverso da un rosé prodotto in Salento o in Sud Africa. E non vuol dire che uno sia più buono dell’altro solo per il colore.
L’unico modo per scoprire quale rosé è più buono dell’altro?
Assaggiarlo!
Il vino rosé gode di un invidiabile interesse mondiale e in Italia sta acquisendo sempre più prestigio.
Ti piacerebbe conoscerlo meglio ed evitare di fare la figura da ubriacone che non sa che il vino rosa è un vino che ha lanciato anche un nuovo stile di vita?
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