CARATTERISTICHE DI UN BUON VINO ROSÉ
Le degustazioni di un buon vino rosé sono molto interessanti anche perché sono molto centrate sul colore del vino, a differenza delle degustazioni di vino bianco e rosso in cui ci si concentra molto meno frequentemente su questo aspetto. Non a caso si parla di infinite sfumature di rosé.
Questa caratteristica dei rosé ha a che fare con il metodo di produzione e con le caratteristiche dell’uva.
La buccia dell’uva trasmette al mosto che diventerà vino rosé gli antociani che regolano il colore (più lunga è la macerazione più colorato sarà il vino), oltre a trasmettere sostanze aromatiche e polifenoli che contribuiscono positivamente al quadro olfattivo e alla struttura del vino.
È chiaro che più la macerazione è breve, meno antociani, sostanze aromatiche e polifenoli verranno trasmessi al mosto e il colore del rosé risulterà essere pallido, con una struttura leggera e profumi non particolarmente intensi. Tuttavia i rosé ottenuti tramite macerazione breve o pressatura diretta mantengono la loro eleganza e risultano essere ben equilibrati. I motivi per bere rosé sono davvero tanti insomma!
Ma è sempre così?
Purtroppo no. A volte si assaggiano rosé pallidi, leggeri ed eleganti la cui sensazione pseudo calorica data dall’alcool è molto evidente. In questo caso il vino non è equilibrato, non bilanciato e non è piacevole.
Perché accade?
Perché nella buccia ci sono tutte quelle sostanze che hanno la funzione di bilanciare la sensazione pseudo calorica dell’alcol, e se la macerazione è troppo breve o fatta con uve non idonee, queste sostanze non hanno la possibilità di passare nel mosto e di bilanciare quindi l’alcol del vino.
Tutti i rosé con breve macerazione hanno questa particolarità?
Ovviamente no, dipende sempre dal genio e dall’estro dell’enologo, dalla varietà d’uva, dalle tecniche agronomiche. I parametri ovviamente sono numerosi!
Quindi come dovrebbe essere un buon vino rosé?
Un buon vino rosé dovrebbe avere note fruttate e la sensazione pseudo calorica deve essere bilanciate da una buona acidità. Si dovrebbe poter apprezzare una nota leggermente amara sul finale che aiuta a rinfrescare il palato. Leggermente amara, perché se la nota è eccessivamente amara vuol dire che qualcosa è andato storto in cantina, ad esempio la pressatura può essere stata molto spinta.
Nel vino rosé è possibile apprezzare solo le note fruttate?
No, il vino rosé ha una sua identità e una sua complessità anche aromatica. Uve diverse e metodi di vinificazione diversi possono dare risultati diversi! Se ti dicessi che è possibile sentire all’olfatto anche 40 aromi ci credi?
E al gusto?
Molti rosé, soprattutto quelli molto economici, sono fatti per essere bevuti il prima possibile e possono avere dei residui di anidride carbonica che lo rendono più fresco e piacevole da bere nel breve periodo. Questa è una delle cause per cui sono diffusi dei miti sul vino rosé .I rosé hanno una struttura delicata ma il parametro a cui prestare attenzione è sempre il bilanciamento tra freschezza, dovuta alla presenza di acidi, e sensazione pseudo calorica dovuta alla presenza di alcol. Con gli anni il rosé potrebbe perdere la sua nota fresca ma non il suo equilibrio. Il rosé infatti è un vino adatto all’invecchiamento.
A prescindere dal vostro rosé preferito, che può essere dolce, spumante o secco un buon vino rosé deve essere bilanciato e gli aromi devono poter essere apprezzati dal consumatore. Le caratteristiche da considerare sono tante: la scelta su quale rosé bere è interessante proprio in virtù dell’incredibile numero di combinazioni tra varietà d’uva e metodi di vinificazione.
Un buon vino rosé: test pratico per apprezzarlo
Permetti al rosé di riscaldarsi un po’. Lascialo riposare nel calice a temperatura ambiente. L’aroma è ancora fresco? La senti la frutta? L’alcol è ancora bilanciato con l’acidità? Se la risposta è sì, stai assaggiando un buon vino rosé.
Se il rosé perde tutte le sue caratteristiche appena si riscalda leggermente, il consiglio che mi permetto di darti è quello di non comprare più quel vino.
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